La musica trova applicazione a tutte le età ed influisce sul battito cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione (maggiore quantità di O2 disponibile per i vari distretti corporei) il livello di alcuni ormoni, in particolare quello dello stress, e le endorfine. Ascoltando la musica di Mozart si hanno benefici sulla memoria e l’apprendimento, in quanto favorisce la concentrazione e migliora la produttività (Jausovec et al., 2006).

Per Alfred Tomatis la musica di Mozart favorisce le attività cerebrali complesse come lo studio, la pratica della matematica ed il gioco degli scacchi, migliora la percezione spazio-temporale, consente di esprimersi più chiaramente e induce un senso di calma. Glenn Schnellenberg ha dimostrato che i bambini che vanno a lezione di musica presentano una crescita superiore del Q.I. rispetto alle altre attività extrascolastiche, che comunque danno un buon contributo allo sviluppo dell’intelligenza. Per Schnellenberg, il presunto “effetto Mozart” sarebbe da ricondurre ad un effetto più generico della musica, che è capace di rilassare e migliorare l’umore. A patto, però, che sia quella preferita. La musica aiuta a lenire il dolore cronico e migliora l’umore. Lo ha dimostrato uno studio (Siedlecki et al.,2006) sul dolore cronico legato soprattutto a patologie quali l’osteoartrite e l’artrite reumatoide. La musica lenisce il dolore dopo un’operazione chirurgica, permettendo di ridurre la somministrazione di antidolorifici, con conseguente riduzione di effetti avversi dei farmaci come nausea e vomito (Cepeda et al.,2006).

La musica viene utilizzata anche per pazienti terminali malati di cancro (Hilliard RE, 2003) per il controllo del dolore e favorire il benessere fisico ed il rilassamento, probabilmente grazie al superiore rilascio di endorfine indotto dall’attività musicale. La musica è stata anche utilizzata nelle sale parto (Chang et al.,2008). Le madri che ne hanno beneficiato hanno richiesto una somministrazione ridotta di farmaci anti-dolorifici durante il travaglio, perché la musica ha indotto la visualizzazione di immagini positive ed il rilassamento, favorendo altresì la dilatazione della cervice ed il posizionamento corretto del bambino. E’ stato dimostrato (Wachi et al.,2007), con soggetti impiegati in una grande azienda, che l’attività musicale è in grado di ridurre oggettivamente il livello di stress, anche dal punto di vita biochimico, riducendo i marker infiammatori e migliorando l’attivazione delle cellule “natural killer” del sistema immunitario. Suonare uno strumento musicale in modo amatoriale è un sistema efficace per combattere lo stress (Bittman et al.,2005).

Il disagio psicologico costituisce un fattore di rischio per molte malattie della pelle, in particolare la psoriasi (Lazaroff et al.,2000). Le sessioni di musicoterapia hanno portato ad una diminuzione della pressione sanguigna e del battito cardiaco, alla riduzione dello stimolo di grattarsi e della manifestazioni cutanee nel loro complesso. Uno studio effettuato su pazienti affetti dall’ Alzheimer (Ziv et al., 2007), dimostra che la musica può apportare beneficio riducendo le conseguenze negative tipiche della loro condizione. Ascoltare la musica per due o tre ore al giorno nel periodo successivo ad un ictus facilita il recupero della memoria verbale, stimola la capacità di concentrarsi e migliora l’umore prevenendo la depressione (Särkämö et al., 2008 ).

ALLENARSI CON MOZART

La musica, è risaputo, influisce sulla psiche e sul fisico. In alcuni casi sembra che il sottofondo musicale sia di grande effetto per accrescere ed esaltare i risultati e i benefici dell’attività fisica.

Ma qual è il genere musicale capace di generare maggiori benefici per l’organismo? Alcuni ricercatori , tra cui il prof. Alfred A. Tomatis dell’Accademia Francese della Medicina e della Scienza, hanno riferito che un’alta frequenza dei suoni può rivitalizzare l’intero corpo, agendo direttamente sulle cellule cerebrali. Senza dimenticare, però, che i suoni più intensi di 70 decibel risultano decisamente negativi e talvolta dannosi. La musica di fatto è fondata sul ritmo, così come il corpo umano è una macchina ritmica. Il ritmo è uno dei fattori chiave che agiscono sui nostri impulsi biologici: le onde cerebrali, i battiti del cuore, gli atti respiratori, i passi.

Più la musica si avvicina ai ritmi fisiologici della persona, più risulta benefica per il movimento, la coordinazione e la respirazione. Ogni evento sonoro è composto da un suono fondamentale più altri suoni più acuti, definiti armonici. Il timbro, caratterizzato appunto dai suoni armonici, è quello in grado di agire sulle alterazioni dell’emotività, normalizzandole. Il prof. Tomatis nei suoi studi ha evidenziato che la musica di Wolfgang Amadeus Mozart è effettivamente ricca di questi suoni e gli strumenti che suonano le sue note esprimono l’ideale equilibrio nelle frequenze, nell’intensità, nel timbro e nel ritmo. Le frequenze espresse, per esempio, dagli archi (violini, viole, violoncelli) stimolano il tono dei muscoli erettori del rachide, che intervengono nel mantenimento della postura, a differenza dei moderni strumenti elettrici che tendono al contrario ad inibirlo.

La musica di Mozart comprende circa 50-70 battute al minuto, come i battiti medi di un cuore bradicardico; è questo il principale motivo per cui, ascoltando la sua musica, ritmo cardiaco e pressione arteriosa tendono a normalizzarsi.

I timbri di Wolfgang Amadeus Mozart sono ricchi di suoni armonici e ciò è rasserenante per lo status emotivo dell’ascoltatore (Brazzo M., “Mozart Fitness”, 2000). Le composizioni con ritmi lenti, suoni a bassa intensità e bassa frequenza con timbri soffusi (per esempio, un Adagio), sono consigliate per gli esercizi di sintonizzazione e di defaticamento. Gli esercizi di sintonizzazione hanno come obiettivo il miglioramento della consapevolezza corporea e sono spesso basati sul controllo e la gestione della respirazione. Un ritmo costante e controllato è interessante per gli esercizi di intonizzazione, movimenti in grado di risvegliare tutti i propriocettori. Ne sono un esempio tutti gli esercizi finalizzati alla mobilità articolare, capaci di migliorare il gesto motorio ed il range di movimento. I brani rappresentati da suoni con frequenze, intensità, timbri e ritmi medi sono indicati per gli esercizi del busto, in particolare gli addominali, i paravertebrali e i muscoli fissatori delle scapole (dentato anteriore, romboidei…). Molto consigliato in questo caso un Allegro o un Allegro Maestoso, tratto da una “Sonata per clavicembalo e violino”. Le musiche abbinate agli esercizi per il condizionamento aerobico, per gli arti inferiori e superiori devono essere espresse mediante suoni con

intensità e ritmi elevati, per sostenere l’importante sforzo fisico (vedi le classiche lezioni di aerobica in palestra).

Le composizioni caratterizzate da suoni ad alta frequenza e ritmo deciso sono particolarmente indicate per gli esercizi posturali, ovvero tutti quegli esercizi finalizzati a compensare, a correggere e a prevenire i vizi posturali tipici dell’individuo civilizzato.

Le mansioni lavorative, di fatto, sono ormai in genere statiche, continuamente in “flessione”, ed il mantenimento prolungato della posizione seduta muta la lordosi lombare in cifosi, con una conseguente perdita della capacità di estensione e di mobilità da parte della colonna vertebrale lombare. Assolutamente da provare in questo ambito un Minuetto, sempre di Mozart, tratto dalla Sinfonia n° 6 o un Biancheggia in mar lo scoglio, tratto da “Il sogno di Scipione”, magari posizionandosi in squadra con gli arti inferiori al muro e il dorso a terra, con tanto di alordosi cervicale. Un ausilio molto indicato per il trattamento di deficit respiratori sembra essere il canto, in quanto favorisce l’assunzione naturale di ossigeno e l’incremento della capacità polmonare. Il canto induce e favorisce inoltre l’abbassamento della pressione sanguigna, rallentando al contempo il ritmo del battito cardiaco e apportando un miglioramento dell’umore.